In origine fu un edificio a carattere prettamente difensivo, costituito da una torre del XIII sec. e da alcuni locali adiacenti. La torre, a merlatura ghibellina e collegata alla cinta muraria, portava alla base la porta d’ingresso al borgo. Nel corso dei secoli il castello si andò trasformando in palazzo residenziale.
La prima fonte iconografica relativa all’intero fabbricato è costituita dalla mappa eseguita da Francesco Orologi entro il 1558. In essa è rappresentata la cinta muraria adiacente ad un edificio a pianta rettangolare da identificarsi come il castello, all’epoca abitato dai castellani dei Savoia Acaia. Il primitivo fabbricato poteva verosimilmente comprendere le camere verso l’attuale strada comunale e la torre.
Ereditato dalla famiglia Morozzo nel 1643, l’edificio venne ingrandito e rimodernato con la costruzione di un corpo massiccio, avanzato verso la piazza, con un bel portale dorico ed ampio scalone che conduce alle sale del primo piano che un sapiente restauro ha riportato all’antico splendore. Oggi l’edificio secentesco si presenta in colore rosso scuro mentre precedentemente appariva bianco, come tutti gli edifici appartenenti ai marchesi Morozzo. Lo rivelano varie tracce riscontrabili nei muri perimetrali ed in particolare quella evidenziata nell’atrio del primo piano. Nel 1710 Gaspare Filippo Morozzo incaricò l’architetto Francesco Gallo di procedere ad un importante ampliamento: al suo progetto si deve l’ala, oggi in colore rosa, che comprende l’infilata di sale rivolte verso il parco, con lungo corridoio verso la piazza. Le sale del primo piano sono state interessate da un restauro che ne ha riscoperto i delicati decori.
Il castello fu dimora dei Marchesi Morozzo fino all’anno 1823.
Nel 1828 divenne proprietà di Francesco Quaglia. Dopo altri passaggi di proprietà e differenti utilizzi, appartiene oggi al Comune di Rocca de’ Baldi. Una pagina storica è stata scritta dalla presenza nei locali del castello della “Colonia Agricola Orfani di Guerra” che dal 1923 al 1973 ospitò, educò e preparò alla vita e al lavoro le centinaia di ragazzi che negli anni vi furono accolti.
La visita
Il castello è stato pensato come museo di se stesso.
La visita inizia nella parte secentesca, che ingloba la torre del XIII secolo e presenta al piano terra il locale del pozzo con il suo tipico acciottolato. Un vasto corridoio apre uno scorcio sul Parco e ne permette l’accesso.
Una bella scala porta alle sale del primo piano. Sono visitabili il salone d’onore, la sala blu e la sala dell’alcova con i loro splendidi soffitti lignei decorati in tenui colori pastello, seguiti dagli antichi bagni, con le piccole stanze sovrastanti destinate alla servitù. Tutte le stanze sono arredate con mobili d’epoca non originali.
Dopo alcuni locali con ricostruzioni d’ambiente, l’ala settecentesca accoglie il visitatore con la grande infilata di stanze dai bei decori, testimoni del gusto sobrio e raffinato dei committenti, e ricca collezione di giocattoli.
La visita chiude con la salita alla Torre e quindi alle sale del Museo Etnografico.
All’esterno del castello sono visitabili il Parco e il frutteto.
(ringraziamo per le foto il Dott. Massimo Mana di Crava)